22 aprile 2021
In occasione della Giornata nazionale della salute della donna, il Ministro per le disabilità, Erika Stefani, fa proprio il seguente documento redatto dal Gruppo di lavoro 9 (Donne e disabilità) dell'Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità:
In occasione della Giornata nazionale della salute della donna, è importante ricordare, sulla base degli impegni internazionali italiani con la ratifica della CRPD, della CEDAW e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, che anche le donne con disabilità affrontano ostacoli e barriere nell’avere accesso all’assistenza sanitaria, ai programmi di screening per la prevenzione delle malattie, ai servizi di salute sessuale e riproduttiva e nell’avere un sostegno adeguato durante la gravidanza e la genitorialità.
La Risoluzione del parlamento europeo del 29 novembre 2018 segnala che il 13% delle donne con disabilità lamentano di non vedere soddisfatti i propri bisogni medici, mentre nel caso delle donne senza disabilità tale percentuale è pari al 5%. La stessa risoluzione segnala che i tassi di tumore al seno per le donne disabili sono molto più elevati di quelli della popolazione femminile in generale, a causa della mancanza di apparecchiature di screening e diagnosi adeguate e della mancanza di campagne di sensibilizzazione e diffusione di informazioni in formati accessibili alle donne con disabilità sulla prevenzione e la cura delle patologie femminili. In particolare, relativamente alla mammografia e il PAP test., su cui il rapporto dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane del 2015 indica uno scarto di 15 punti tra donne con disabilità e la popolazione femminile in generale.
Per garantire il pieno diritto alla salute è fondamentale una riorganizzazione dei servizi sanitari e di medicina territoriale, che offra supporto e strumenti diagnostici accessibili. I consultori familiari pubblici dovrebbero essere ampliati, riqualificati e accessibili alle ragazze e donne con disabilità, con attrezzature adeguate e personale qualificato a saper trattare le donne con disabilità.